Sono un asociale

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Sono un asociale. Lo sono sempre stato. Sul mio zerbino, invece di “Welcome”, ci sta scritto ” ‘Azzo vuoi?” e al collo porto una collana con i denti d’un rappresentante della Folletto.

Sono convinto che quella umana sia la specie animale più molesta, dopo le mosche e le zanzare.

In tutti i pubblici locali imporrei divieto tassativo d’ingresso ai bambini. Se non dovessi poi gravarmi la coscienza dell’abbandono di migliaia di pargoli sulle autostrade.

Questo dimostra che, in fondo, non sono cattivo.

E’ che, se la frequento troppo, mi affeziono alla gente. E mi fa male vederla poi sparire, senza una ragione, tra le nebbie del tempo.

Alcune persone, invece, più le frequento e più mi convinco, parafrasando Shakespeare, che siano fatte della stessa materia dei nostri bisogni.

Anche da questo ho maturato la convinzione che, se un dio ci ha plasmato a sua immagine e somiglianza, quel dio sia alquanto imperfetto, o nella sostanza o nella manifattura…

A wonderful world

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Aspettando…..

di trovare un amore

Aspettando…

che lei ritorni

Aspettando…

che lui lasci la moglie

Aspettando…

che i figli crescano

Aspettando…

una visita dei nipoti

Aspettando…

che finisca la crisi

Aspettando…

un lavoro sicuro

Aspettando…

una casa popolare

Aspettando…

che risalga la borsa

Aspettando…

che la sorte paghi

un debito che disconosce

 

Aspettando…

che arrivi l’estate

Aspettando…

che passi il raffreddore

Aspettando…

la fine del mondo

Aspettando…

che succeda qualcosa

Aspettando…

Aspettando…

Aspettando…

 

 

e se questo

meraviglioso mondo

fosse solo

una banalissima

sala d’attesa?

Antologia 8

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Maledetto figlio d’un somaro! Oltre che cocciuto sei pure cieco? Non hai visto quella buca? Ancora un poco e mi facevi rompere l’osso del collo… E pensare che ti avevo scelto per garantirmi un’andatura tranquilla… Se non avessi fretta di arrivare a Camelot ti avrei già trasformato in bistecche…

(tratto da “La caduta del mulo di Merlino” di F.Whildhope, in occasione del MDXXX anniversario)

Antologia 7

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Sono trascorsi ormai vent’anni da quando i ricercatori della Mc Ronald’s inventarono il padre di tutti i cheeseburgher, la scoperta che avrebbe rivoluzionato il mondo più delle macchine a vapore e dei chip di semiconduttori. L’incredibile appetibilità di quella ricetta, mantenuta rigorosamente segreta ( e che molti, ancor oggi, sospettano contenere un apprezzabile contributo di qualche sostanza stupefacente) fece sì che chi la provava non potesse più farne a meno e tornasse, più e più volte, anche nel corso dello stesso giorno, ad ingrossare le file davanti ai ristoranti e, con esse, gli astronomici ricavi di quella multinazionale.

Ben presto il peso medio della popolazione mondiale crebbe a dismisura. Gli obesi divennero maggioranza in tutti i Paesi dell’orbe terracqueo e decisero che era giunto il momento di forgiarlo a loro immagine e somiglianza.

Palestre e centri sportivi venero chiusi in quanto covi di pericolosi dissidenti. Salutisti, vegani , vegetariani ed ogni sorta di portatori di insane ideologie, furono internati in centri di rieducazione alimentare, per essere guidati con fermezza verso l’adozione di una corretta alimentazione ipercalorica

Solo in pochi riuscimmo a sfuggire alla cattura, pagando la nostra libertà con una vita ai margini, da sopravvissuti. Costretti a vivere braccati, a dormire nei boschi come animali, uscendo solo la notte per procacciarci il cibo, con il rischio che ci piombi addosso qualche squadraccia di quei pachidermi; intenzionata a battere per bene i pochi chili di carne che rivestono le nostre ossa fradice…

(tratto da “Non è un paese per secchi” di Hope e Wild Coen)

 

Antologia 6

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– Alma, figghia mia, voci terribili ferirono l’orecchie mie di patre. … dissero che da bottana ti comportasti …che alla festa di Carini financo con quattro masculi ti congiungesti.

– Patri , non v’adirate. Vittima incolpevole fui……..Al ballo – è vero – andai con Vito, Salvatore, Gaspare e Cammelo …………… tutta notte ballammo e pe’ ccaldo dei falò e l’afa d’agosto l’aria mi mancò, e svenni.  E chilli fetusi, che non aspettavano altro, con la scusa di darmi soccorso, dietro una siepe mi portarono e come bestie assatanate presero la mia virtù…

(tratto da “I predatori dell’Alma svenuta” di Steven Wildberg)

Antologia 5

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Che t’avevo detto Anto’? Questa è ‘n’isola meravigliosa: sole, mare, spiagge e stragnocche da paura….

Sì, vabbè….

Come sarebbe a di’ “sì, vabbè…”? Mo’ ch’ai er coraggio de lamentatte pure qui?

Possibbile che nun te vada mai bene gnente?

Pensala come te pare, ma anche qui nun avemo ancora battuto chiodo …

‘sto preservativo so’ tre giorni che lo tengo ‘n tasca…

(da “I tre giorni del condom” di Francis Grady)

Antologia 4

 

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Si chiamava Joao Carlos da Silva, ma per tutti era Consuelo. Arrivato dal Brasile, quando ancora la parola trans faceva pensare al mitico Europe Express. Con suoi fuseaux attillati e i tacchi a spillo trascinava le notti per i vicoli di Genova promettendo piaceri alternativi agli scaricatori di porto (i mitici “camalli”) stanchi delle solite vecchie bagasce…

( da ” L’uomo che sussurrava ai camalli” di Francisco Garcia D’Esperanza Silvestres)

Antologia 3

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– Non so proprio che cosa ci troviate di tanto interessante in quei giornali. Tanto più dopo la figura che ha fatto la nazionale! Perché invece non ti rendi utile e mi spalmi ancora un po’ di olio solare?

Ma se ti ho appena spalmata mezz’ora fa, da capo a piedi…

– Non è colpa mia se ho una pelle che assorbe velocemente. Non vorrai mica farmi ustionare e andare in giro, tra qualche anno, con la pelle raggrinzita di una tartaruga. Sei proprio un inetto. Guarda piuttosto Edoardo che è sempre pieno di attenzioni . Spalma Marisa ogni dieci minuti e le fa anche il massaggio per la cervicale…

– Questo è il problema di avere amici diversamente intelligenti…ti azzerano ogni possibilità di trattativa sindacale…

– Oh, finalmente! Ecco bravo, così. Ma non è il caso che insisti sul collo: non ho la cervicale io…E non stringere in questo modo. Mi stai facendo male! Aaargh!…

( tratto da “Uomini che oliano le donne” di Frans Wildhopensson)

Antologia 2

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Genuentino attese che la badante si allontanasse per fumarsi una sigaretta, poi abbracciò Fermina e le loro labbra si unirono in un bacio appassionato. Furono solo pochi attimi , poi lui si staccò, volgendo lo sguardo da un’altra parte.

“Cosa c’è , amore mio? Che ti succede?”

“Sento qualcosa che si muove…”

“O Mio Dio… E’ davvero un miracolo, alla tua età…. E non ne sei felice?”

“Intendo dire…nella tua bocca…”

(tratto da “L’amore ai tempi della dentiera” di Joao Francisco Do Rincrescimiento)

Antologia

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Ed eccomi qui. In questa anonima stanza d’albergo, mentre fuori scorre la vita d’un pallido mattino di Montmartre…

E’ finita. E non è il caso d’illudersi, anche se le lenzuola sanno ancora del tuo odore.

Tra poco partirò anch’io. Col primo aereo o il primo treno per Nonsodove.

Basta che mi porti via da questa dannata città meravigliosa, dove siamo stati, per un poco, felici insieme.

Ci sono storie che non succedono per caso. Ci sono storie che niente. dopo, rimane uguale….

Non so se riuscirò a far stare tutto il mio dolore dentro questa valigia. Non so quale senso potrò dare alla mia vita senza te.

Guardo l’immagine riflessa nello specchio e non sembra la mia…

Madonna che capelli che ho! E mica posso partire in queste condizioni…Bisogna proprio che mi faccia uno shampoo. Per fortuna ho portato ho portato il mio. Che nelle camere d’albergo, si sa, la qualità dei detergenti peggiora sempre.

Ah, che delizia questa schiuma e questo aroma di patchouly mi fa impazzire…

(da “Ultimo shampoo a Parigi” di F. Wildhope)

Perdono

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Le colpe più orrende,

i tuoi delitti di uomo,

assolverà

qualche divina

mano benevolente.

Ma per i gesti incompiuti,

le parole non dette,

le giovani speranze

trucidate

 

 

A CHI

 

 

chiederai perdono?

 

 

Rifiutarsi

è un peccato

da dio.