La città dei pensieri.

In questo periodo, per me abbastanza denso di impegni di lavoro ( e ne approfitto per scusarmi con quanti non mi hanno più visto tra i commentatori del loro blog) mi è capitato di leggere questo brano dal romanzo "Un amore " di Dino Buzzati e mi ha colpito perché anch'io , come certamente molti di voi, sto lavorando e intanto….

"Lavorava in pieno la città, a quell'ora, sopra , sotto e intorno a lui, nella medesima casa uomini come lui lavoravano, e nella casa di fronte lavoravano e nella casa vecchissima di via Foppa che si intravedeva in uno squarcio tra le case, e dietro ancora, nelle case invisibili e più in là , più in là, nella caligine, per chilometri e chilometri, lavoravano.
Carte, registri, moduli, telefonate, quietanze, mani ingombre di penne, di arnesi, di matite, intente a una vite, a un incastro, a un'addizione, a un innesto, a una saldatura, a un estratto conto, a un fissaggio, sterminio di formiche frenetiche assetate di benessere… eppure i loro pensieri (oh , gli veniva da ridere) tutto intorno, per i chilometri e chilometri suddetti, pensieri simili ai suoi, sconci e squisiti, per la misteriosa voce che chiama alla propagazione della specie, transumanata in vizi strani e brucianti, perché mai nessuno aveva il coraggio di dirlo?
pensieri di lei, di lei, di quella bocca speciale, di quelle labbra fatte in un certo modo, di una prospettiva di muscoli tesi, ricordi, morbidi e fluidi, di una curvatura diversa da tutte le altre, di una piega, di una pienezza, di una concavità, di un caldo, di un umido, di una cedevolezza, di uno sprofondamento, di un abisso cocente…"