Non saprò mai.

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Non saprò mai il tuo nome

né delle beate sponde

dalle cui acque

qual Venere pudìca

sotto l’alito di Zefiro

sorgesti un giorno.

 

 

Non saprò mai il tuo nome

ma serberò indelebile

sulle labbra il tuo sapore

e la rimembranza di quell’umida carne

che un desìo senza freni

rese partecipe alla mia.

 

 

(“Ode al mitilo ignoto” di Sir Francis Wildhope.

Scritta dopo aver mangiato un’impepata di cozze)