Braccia all’aria

 

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E’ tornata l’estate e secondo tradizione, come da tuberi germoglianti, sono rispuntate le braccia dai finestrini delle automobili. Forse perché fa caldo, forse perché fa figo, l’esposizione del braccio peloso e abbronzato è divenuta ormai una consuetudine del periodo estivo. C’è chi lo tiene alzato con il palmo proteso in avanti, nell’illusoria speranza di ricavarne un sollievo all’afa opprimente e nella concreta certezza di aumentare le probabilità che qualche frettoloso camionista se lo porti via. E c’è chi invece lo tiene penzoloni lungo la portiera, con gorillesca indifferenza, e pare sul punto di sculacciare il culo d’un cavallo per spronarne l’andatura.

Niente da ridire, per carità, se non che forse l’atteggiamento desta piuttosto compassione, in un’epoca in cui perfino gli skate-board sono ormai dotati di aria condizionata.

Il vero problema è l’andatura del veicolo che solitamente risulta adeguata all’atteggiamento rilassato di questi accaldati signori (ed escludo le signore, perché pare che quello appena descritto sia proprio un vezzo tipicamente maschile) e non supera i 20/30 all’ora anche in assenza di traffico. Così, in attesa di un rettilineo sgombro che ci consenta di superare, rivolgiamo un pensiero affettuoso ai cari mortacci del quasi-cadavere che ci precede, nella remota speranza che prima o poi qualche divisa un po’ zelante si decida a regalargli, al pari di quanti usano il cellulare, una multa per guida pericolosa. In fondo il codice della strada richiede di tenere ambo le mani ben salde sul volante.