Il racconto più bello della sua vita

Il momento finalmente era arrivato. Erano anni che lo aspettava. Spesso nella vita ci si perde lungo strani percorsi, sentieri tortuosi che ci portano lontano, quasi sempre senza ragione, se non per il gusto di scombinare le nostre esistenze. Ma lui era convinto che bastasse aspettare, che prima o poi viene il giorno in cui, quasi senza accorgercene, ci guardiamo intorno e ci ritroviamo esattamente là, proprio nel punto dal quale eravamo partiti. E sembra quasi che nulla sia cambiato, come se recuperassimo il senso della realtà, dopo essere rimasti assorti, per un attimo, dentro chissà quali pensieri.

Questa determinazione era stata la portentosa medicina che gli aveva consentito spesso di sopportare anche i distacchi più dolorosi; l'idea che nella vita niente, forse neanche la morte, potesse dirsi definitivo e fosse quindi un puro esercizio di masochismo il volerla interpretare come una drammatica sequenza di mai e mai più.

Così era avvenuto quando sulla soglia dei cinquant'anni il destino gli aveva fatto incontrare l'unico vero e ultimo amore della sua vita. Lei donna di grande fascino, sposata ad un uomo di successo, ma con in dote una sensibilità ed una grandezza d'animo non comuni; costruttore di sogni lui, che campava grazie alle parole, con le quali li sapeva raccontare. Una storia impossibile, certo, una storia incredibile. Destinata a consumarsi nel palpito d'una stagione, destinata a perdurare nei ricordi per sempre.

Centinaia e centinaia di chilometri di asfalto e rotaie avevano tentato invano di separarli in tutti quegli anni, ma il loro sentimento alla fine era stato più forte.

Appena lui aveva saputo, dopo aver percorso il deserto di tante estati solitarie, che lei aveva finalmente acconsentito ad incontrarlo di nuovo, era stato preso da un'euforia incontenibile.

Per lei avrebbe scritto il più bel racconto della sua vita e glielo avrebbe dedicato! Sarebbe stato il suo regalo per dirle " rieccoti alfine… ben ritrovata… non sai quanto mi rendi felice".

Avrebbe raccontato la pena di quegli anni trascorsi nel segno della sua assenza , non già per muoverle un rimprovero, ma perché voleva che sapesse quale vuoto tormento era stata la sua esistenza senza di lei. E lei finalmente avrebbe capito ed insieme avrebbero potuto abbandonarsi, consapevoli, a quella felicità che assurdamente si erano sempre negati. Avrebbero potuto fare insieme tutti quei viaggi che avevano solo sognato, percorrendo paesi dai nomi strani e misteriosi , incontrando genti che non avrebbero capito le loro parole, ma avrebbero saputo leggere benissimo l'amore nei loro occhi…

Quando lei, arrivando, lo vide in quel letto d'ospedale, aveva ancora la penna tra le dita…

Gliela tolse piano, mentre le lacrime calde irrompevano sulle guance… poi lieve una carezza posò su quei capelli bianchi….