Non piangete per lo stambecco.

Sembra che una delle attività che procura maggiori soddisfazioni alla gran parte delle persone – nonché argomento prediletto per gli incontri casuali in ascensore – sia il lamentarsi delle condizioni climatiche contingenti. Sempre e comunque.

Ora, se trovo senz'altro condivisibile, per quanto sterile, il dolersi di un'estate troppo calda ed afosa o di un inverno eccessivamente rigido e prodigo di perturbazioni, reputo estremamente fuori luogo le lagne che di questi tempi salgono al cielo in conseguenza di una stagione invernale eccezionalmente mite.

Ma come?… dopo che per anni abbiamo eletto a gran maestro dei luoghi comuni la pretesa scomparsa delle mezze stagioni (da pronunciarsi scuotendo leggermente il capo), adesso abbiamo il coraggio di dispiacerci per il perdurare di questo lungo, carezzevole, insperato inverno autunnale?!

E quegli originali genialoidi dei giornalisti cavalcano l'onda e stimolano l'ansia delle masse tuonando contro quella che in fondo è solo una felice anomalìa.

L'ultima chicca è un servizio apparso di recente in televisione nel quale ci si preoccupava delle conseguenze sugli stambecchi, che sarebbero (secondo loro) disorientati da questo clima mite e impossibilitati ad utilizzare il grasso in eccesso, accumulato per sopravvivere ai rigori invernali.

Oh brutta specie di bischeri dall'encefalo più ridotto di quello che distingue quella razza cornuta,… ma non vi è venuto il sospetto che magari, se aveste potuto intervistare qualcuno di quei poveri animali, si sarebbe dichiarato felice di trovare prati verdi, e quindi cibo in abbondanza, al posto di impervi lastroni di ghiaccio e cumuli di neve fresca? Felice di poter brucare tranquillamente sotto i raggi di un tiepido sole, invece di doversi riparare da qualche gelida tormenta?

Non mi sembra proprio il caso di contristarci, mentre loro si godono in pace questo insperato dono del cielo.

Se poi proprio dovesse risultare che si sentono un po' a disagio per l'impossibilità di liberarsi del grasso superfluo, basterà ricoverarli per qualche settimana in una beauty farm dove, tra diete, fanghi e massaggi, potranno rapidamente recuperare la loro linea migliore.

Non piangete per lo stambecco.ultima modifica: 2007-01-21T16:14:49+01:00da wildhope
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9 pensieri su “Non piangete per lo stambecco.

  1. ma che stai dicendo! anche l’onu sta per rendere noto uno studio fatto da 2500 dei migliori scienziati che addirittura mette in guardia sul pericolo che un miliardo di persone delle regioni costiere siano in pericolo! Certo, io che ho sempre vissuto a meno 15 in inverno, il poter andare in giro in canottiera e non spendere cifre esorbitanti di riscaldamento lo trovo molto cool, ma se poi devo iniziare a scalare le montagne per far posto a chi si ritira dalle coste… dirai, tanto senza neve e ghiacci, la salita non sara’ difficile. e io ti diro’… nulla, che mi uscirebbero di quelle robe….

  2. posso fare una richiesta ufficiale, considerando i bollettini meteo???? x giovedì: non la voglio la neveeeeeeeeeeee !!!!! (poi magari viene una spolveratina e stop: ultimamente si va sul melod-tragico quando si parla di tempo, addirittura da 1^ notizia!! ..certo che però un clima del genere non siamo abituati…dico no!!! ma se qui è un mese che c’è la nebbia!!!) bacioooo

  3. Accantonando il lato estetico della faccenda, effettivamente li vedo un po’ appesantiti, forse il giornalista era preoccupato del loro tasso di colesterolo e del loro livello di trigliceridi, vuoi che arrivi una moria di stambecchi, schiantati da infarto miocardico? Sarebbe una catastrofe seconda solo all’estinzione della zanzare delle Valli di Comacchio!!!!! Rido, un saluto Claudia

  4. il mio problema e’ che amo gli animali piu’ di me stessa. se vedo un incidente, anche se potrebbero esserci persone morte, non mi turbo quanto vedere qualcosa di piccolo e peloso spiaccicato sulla strada. a volte, quando vedo in lontananza una macchia nera, mi allarmo, poi se scopro che e’ un pezzo di stoffa o un sacco o altro, sorrido con la bocca fino alle orecchie da quanto sono contenta che non sia un bestio. domanda: salveresti un miliardo di uomini o l’ultima coppia di tigri? la mia risposta la sai gia’, e stai tranquillo che non cambia anche se nel miliardo ci son dentro io.

  5. Ieri ho pensato al tuo post, stavo in pausa caffè e una collega, con voce molto dispiaciuta ha esordito: ho letto che gli stambecchi soffrono per questo caldo inverno!!!! Quasi mi strozzavo con il caffè! Non solo perché è abominevole, ho ripensato alle tue parole, sarebbe il caso di farle leggere questo post? Un saluto e buon fine settimana Claudia

  6. Ah Bucefalo! Ma cosa ne sai tu di stambecchi,uomo di pianura?
    E dove la lasci l’evoluzione naturale, la salvaguardia della specie che si tempra nella selezione millenaria? Uomo di chiacchera e poco di scenza, tienti stretto Calderon e non dir altra scemenza. Panenero

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