Qualche volta, nella notte.

Qualche volta, nella notte, quando il sonno si è perso su qualche treno in ritardo e senza destinazione, sopraggiungono i ricordi, come una torma di folletti dispettosi…

Continuavi a parlarmi dei tuoi incontri e dei successi professionali, pensando di rendere più intrigante l'immagine di te nella mia mente. Non sapevi che oramai s'era trasferita al cuore, dove si seguono ben altri regolamenti. Così avrei voluto che mi parlassi, invece, di quelle piccole cose banali che accadono a ciascuno, tra le risme dei nostri giorni fotocopiati, ed il cui raccontare fa sentire più complici e più vicini; avrei voluto che mi dicessi delle tue speranze, delle ansie e delle paure, di certe irrinunciabili determinazioni, ogni volta procrastinate; di quegli innumerevoli e fastidiosi contrattempi che da sempre si frappongono tra noi e i nostri obiettivi minimi; di quelle immense e spaventose montagne che si levano d'improvviso tra noi e i nostri destini sognati.

Eri la mia amica di penna, quando ancora non esisteva questa complessa diavoleria; e doveva scorrere almeno una settimana prima di ritrovare su una busta immacolata gli svolazzi di quell'amata grafia.

L'amore sembrò colpirci. Ma durò un attimo. Poi tutto fu coperto dalla sabbia della lontananza. Come quel maglione che mi avevi voluto confezionare; e l'entusiasmo del nostro rinnovato incontro; il viaggio a Venezia (è dunque vero che porta sfortuna…) e quella notte per campi e per calli a cercare una discoteca; e dopo tu che ballavi e cantavi: "So, so you think you can tell…".

Già…wish you were here… e chissà che tu non sia qui veramente, in qualche parte dell'intrico immenso di questa rete, dietro l'impenetrabile mistero di qualche nick a me sconosciuto. Non sarebbe poi così strano il ritrovarsi, avendo entrambi il gusto di chi gioca a mescolare i sentimenti con le parole…

Qualche volta, nella notte.ultima modifica: 2007-01-05T14:06:00+01:00da wildhope
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13 pensieri su “Qualche volta, nella notte.

  1. Qualche volta nella notte accade, qualche volta anche nella vita, succede di rincontrare uno sguardo, un profumo, la rete come l’esistenza, è anche questo, il rifugio dei sogni. E’ rosso fiammante il camion, ha scale, manichette, tubi, una meraviglia!!!! Sapessi che fatica disporlo dentro l’ovetto Kinder!!!! Roba da perdere la pazienza e….dargli fuoco!!! Un sorriso, Claudia

  2. Già, chissà che non sia qui, da qualche parte, in attesa di ritrovarti per rimescolare ancora sentimenti e parole…Credo che per risolvere il problema con l’abusivo l’ideale sarebbe un trapianto di cuore, sei un marinaio e quindi ne hai molti, non è che me ne regaleresti uno? Magari poco usato? In cambio ti dò la mia dentiera e la mia eterna riconoscenza :-))))Bacio.

  3. Ciao Francesco, bello e dolce questo tuo scritto. Anch’io ho avuto un amore espistolare ed aspettavo con ansia l’amica che mi portava la lettera. Si perchè ero talmente giovane che temevo l’ira di mio padre. Lui abitava a Salerno ed io a Padova. A dirti il vero è rimasto nel mio cuore ed ogni tanto penso “sarà felice o a volte pensa a questo amore perduto…. ” chissà caro Francesco. Sono i nostri ricordi del cuore e, come diceva Minghi, non passano mai. Un abbraccio e grazie del bicchiere di frizzantino…. uao mi ha reso un pò brilla…. che bella ebrezza!!!!!

  4. capito per caso. dolcissimo questo tuo testo, come molti, anch’io ho avuto un amico di penna, di cui conservo ancora le lettere da 25 anni. non è mai sbocciato niente, ma ci siamo voluti molto bene. ed ad ogni festività ci rinnoviamo, insieme agli auguri, la certezza di esserci. grazie per l’emozione. un saluto, luce

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