E si potrebbe con un qualsivoglia impeto di passione avviluppare i nostri corpi, fino a comporre un intrico indissolubile dei sensi, o provare a divorarci l’un l’altro con la serena e feroce ingenuità dei cannibali. Ma, nonostante questo, io resterei sempre altro da te e tu al di fuori di me, irrimediabilmente disgiunti e separati da uno strato infinitesimo d’anima. E sarebbe sempre e soltanto un dolce inganno la fatica gioiosa dei baci, degli abbracci, delle carezze e le parole, tante parole, consumate per esprimere, comunicare, sforzarsi di capire, illudersi d’essere riusciti. Ed ancora, in certi momenti quieti, affacciati su qualche esotico incanto della natura, andrei spiando i tuoi sguardi assorti; ed i tuoi pensieri mi apparirebbero disperatamente lontani e impenetrabili…
Eppure c’è stato un tempo, quando appena ti eri impadronita delle mie giornate ed inesorabilmente stavi dilagando nei miei pensieri, che quel miracolo sembrò semplicemente un evento di là da venire, come la conquista del mondo appare il fine certo della giovinezza. Sarà forse che in quei momenti, qualche divino fluido, in pioggia sottile, discende giù dai cieli. E solo per pochi attimi si aprono porte che connettono differenti universi.
un’immagine che conosco di tanto tempo fa… abbiamo postato praticamente nello stesso istante, e seppur profondamente diversi questi due post in fondo hanno un senso comune… il senso delle cose che passano e delle sensazioni che cambiano e si trasformano… il senso di una vita che cambia seppure pare immutata… il senso dell’impossibilità di compenetrarsi perchè forse mai riusciamo a penetrare fino alle estreme nostre profondità… e la vita va…
l’illusione di possedersi fino in fondo all’anima. attimi di pura vita, solo attimi. però indelebili. buonanotte, e un abbraccio, af
….leggo, mi viene in mente questa canzone,te ne lascio un brano:
….incontrarci in questo spazio senza margine
nel fondo del display che fa da argine
a cento secoli volati via come vertigine
qualcuno schiacciò play e fu l’origine
chissà se il cosmo chiuso dentro le tre doppie vu
è verosimile o è un facsimile
quando sembra di viaggiare e invece resti immobile
tra i totem e i tabù dell’impossibile ma
io che mi muovo qui
io oltre frontiera
io solo in zona straniera
sono io fermo alla tastiera
ogni sera schermo di vita vera o chimera
di essere laggiù là dove non mi trovo
e non so più come trovare dove
adesso vivi tu
che forse sei in ascolto
io che parlo da qui
io passo attraverso
un blu sconosciuto e diverso
io non so più se vado verso
o all’inverso torno se è un sogno o è l’universo
che un insieme è di mille e mille soli
e gli altri e me che siamo soli insieme
per questo chiamo te
da un mondo capovolto
chi c’è oltre me
chi c’è in ascolto
chi c’è con me
chi c’è chi c’è in ascolto
non smettere di trasmettere
Strano che mi porti questo? Non lo so, ma questo è….
(¯`•.•´¯) (¯`•.•´¯)
*`•.¸ (¯`•.•´¯)¸.•´*
Baci……. abbracci Lidia…
`•..•´*..*..*..*
dolce Wild, leggo in questo post di una ferita ancora aperta… un abbraccio per coccolarti…
Come posso prenderti in giro dopo aver letto un post simile? Accidenti Ragazzo, hai scritto qualcosa di veramente bello…In Paradiso ci sono tutti i tavoli che vogliamo, talmente solidi che se ci pianto dentro la dentiera me la spacco…possiamo ballare fino allo sfinimeto 🙂 Nesuno mi aveva mai dato baci celestiali, quando si comincia? :-))))
Non so se riesco ad esprimere quello che penso, ma questo è un pezzo che ha del “sound”