Il lucchetto

 

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Ho comprato un lucchetto per te,

forte come l’amore.

Ho comprato un lucchetto per te

freddo come un addio.

 

 

Ho comprato un lucchetto per te,

che piangendo sul ponte mi gridavi:

“Questa nostra storia

non potrà mai finire!”

 

 

Ho comprato un lucchetto per te,

che ora stai dormendo…

 

 

in fondo al fiume,

dentro al baule.

 

 

(si ringrazia il Sig. Moccia per l’ispirazione, sperando non me ne voglia se non sono riuscito mai ad andare oltre la seconda pagina del suo inarrivabile capolavoro)

 

Chiuso per… un po’

 

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Care amiche perdonatemi, ma devo lasciare per qualche tempo la vostra piacevole compagnia; almeno fino a quando il lavoro non mi concederà un po’ di fiato.

Del resto – si sa – è tempo di calendari e tutti coloro ai quali, veline o calciatori che siano, Madre Natura ha concesso un fisico scultoreo, si sono già da tempo messi all’opera. Così anche a me hanno proposto di farne uno e ciò mi impegna, da qualche settimana, perfino i dì di festa…

Sapete, non è tanto il dover trascrivere tutti quei numeretti col pennarello, quanto il problema che non ricordo mai i mesi di trenta e quelli di trentuno; sicché mi accade d’arrivare a dicembre che sono sempre in perdita o in avanzo di qualche giorno, e devo perciò ricominciare tutto da capo.

p.s. Chiedo scusa a quante non ho più risposto: prometto che al più presto le passerò tutte a salutare.