Compagni di scuola.

Eravamo nella stessa classe gli ultimi anni del liceo…
tu attraverso gli occhiali spessi da vista
guardavi i ragazzi ed arrossivi un po'…

ora hai messo le lenti a contatto
e un'aria spavalda che non conoscevo
i capelli dal taglio accurato, con le meches…

dalla camicetta slacciata mi proponi
la generosità imprevista del tuo nuovo seno
che un bravo chirurgo ha scolpito per te,

con giochi di sguardi e velate allusioni
vuoi farmi capire quello che sapevo fin d'allora…
ti prego fermati, non continuare

togli la mano da sopra la spalla
che è solo imbarazzante per me:
non ci potrà esser mai niente tra noi…

e non è questione di rughe o di fedeltà,
ma proprio di impulsi e di sentire…
fattene una ragione e non me ne volere

sei comunque molto donna………caro Ignazio

C’è vita oltre Nettuno

Sono trascorsi ormai tre anni da quando mi sono lasciato indietro l'orbita di Nettuno. Un'improvvisa pioggia di meteoriti, nei pressi di Saturno, ha danneggiato irreparabilmente i propulsori, facendomi perdere per sempre l'appuntamento con quel pianeta e la speranza di un ritorno. Per inerzia la navicella ha proseguito verso i confini del sistema solare e oltre, passando miracolosamente indenne attraverso la fascia degli asteroidi e perseverando nel suo ostinato quanto inutile viaggio verso l'ignoto.

La radiazione solare qui giunge troppo stremata perché si possa ricavarne energia ed il plutonio è ormai vicino all'esaurimento. Così da tempo ho rinunciato a trasmettere messaggi, per risparmiare la poca energia di cui ancora dispone l'angusta dimora dei miei ultimi giorni.

Mi accontento di ricevere immagini e notizie da quella Terra che ho lasciato diversi anni fa e che mi appare ormai come un altro mondo ed un'altra dimensione, quasi dubitassi di averci mai vissuto. Navigo nella rete, leggo le curiosità e gli sfoghi di donne e uomini come me. E quest'unico contatto mi illude di essere ancor vivo, in qualche modo, e partecipe delle cose del mondo.

Leggo di speranze e sogni, d'ineffabili gioie e nuovi amori. E leggo anche di sfibranti delusioni, di storie finite e disperazioni….che francamente, viste dalla mia condizione, fanno un po' sorridere.

Ma poi penso che, in fondo, ogni disperazione è grande abbastanza per chi la vive e non merita d'essere commisurata ad altre…

Il livello del plutonio è ormai ridotto al lumicino: presto dovrò decidere se utilizzare quel poco che ne rimane per mantenere le funzioni della navicella che mi permettono di restare in vita o per osservare la vita di altri sulla Terra. D'altra parte che vita sarebbe senza più neppure questo contatto con il mondo?

Soltanto questo sottile conforto di tanto in tanto mi consente di vincere l'angoscia ed abbandonarmi al sonno, guardando quell'unica spaventosa lucina rossa, che mi rammenta il breve tempo che ancora mi rimane.

Fuori vedo scorrere mondi meravigliosi, pianeti, comete e stelle, mai viste prima da occhio umano ad una così piccola distanza. Ed è un vero peccato che io sia il solo a vederli. E' un vero peccato non poterli raccontare.

E mentre scrivo mi domando quante probabilità vi sono che un giorno qualche forma di vita intelligente possa leggere queste mie righe, impresse nella memoria del computer di bordo. Così vengo assalito dall'esigenza, così terribilmente umana (forse un riflesso dell'istinto di sopravvivenza), di non scomparire senza lasciare una traccia di me…

Il computer mi segnala che ormai ho autonomia per due giorni ancora. Mi domando a che mi potrebbero servire. Quali pagine nuove potrei scrivere in un libro – la mia vita – che è già stato scritto per intero?

Così utilizzerò l'ultimo scampolo di energia per inviare verso la Terra questi miei ultimi pensieri…chissà se la raggiungeranno mai?…chissà se qualcuno un giorno li leggerà?….

Profondo blu.

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La prima volta la intravide tra i giochi delle onde, in una di quelle splendide giornate di ottobre che talvolta regala il clima di Liguria, con il mare ancora tiepido sotto il sole di mezzogiorno, che invita amichevolmente all'ultima nuotata della stagione. Pensò subito ad un miraggio, ad un inganno della luce rifratta o degli spruzzi schizzati dal vento.
Ma poi l'immagine divenne più distinta e rimase estasiato da quel corpo sinuoso che scivolava tra le onde, come stesse eseguendo i movimenti di una danza di seduzione.

Gli anziani gli avevano raccontato dell'esistenza di quelle meravigliose creature, metà umane e metà pesci, ma né lui né altri avevano mai prestato ascolto a quei discorsi, giudicandoli veniali bugie senili, ispirate dall'esigenza di attirare l'attenzione. E se pure vi avesse dato qualche credito, non avrebbe mai ritenuto possibile, neppure per il dio Nettuno, il miracolo di generare creature di una siffatta bellezza.
Appena si riscosse dallo stupore, d'impulso la volle inseguire, scaricando sulle onde tutto il desiderio ed il vigore dei suoi giovani anni.
Ma ormai era tardi e lei troppo lontana. In un attimo sparì tra i flutti, in qualche segreta caverna, nascosta tra gli scogli; mentre lui già sentiva le voci del gruppo che lo chiamavano.
Tornando indietro, tenne per sé il segreto di quella visione straordinaria, temendo di diventare a sua volta oggetto di scherno e derisione.

Questo però non gli impedì, nei giorni, nelle settimane e poi nei mesi che seguirono, di ritornare spesso in quella baia tranquilla con la speranza di rivivere ancora l'incanto di quell'emozione. Vi stazionava per ore, scrutando tra i flutti se la vedeva comparire e intanto pensava quanta parte della vita sia di contorno e come ci se ne accorga soltanto assaporando quei brevi attimi che valgon la pena veramente. E quasi sempre il crepuscolo lo coglieva ancora lì, deluso ma non rassegnato, solitario ma non solo, con il ricordo della visione di lei.
Finché un giorno nella tarda estate dell'anno seguente, quando oramai cominciava a dubitare che gli occhi o la mente gli avessero giocato uno scherzo crudele, la magnifica sirena gli apparve all'improvviso, solcando le onde con la sensuale naturalezza ch'egli ricordava.
Questa volta non si fece cogliere impreparato e subito con impeto si mise ad inseguirla affondando la testa nell'azzurra ardesia del mare. Neppure la forte corrente contraria lo dissuase; la sirena filava velocissima a pelo d'acqua e ad ogni istante minacciava di distaccarlo ancora, irrimediabilmente; ma lui nuotò, nuotò, nuotò fin quasi a farsi scoppiare il cuore…Finché d'un tratto si sentì mancare mentre una forza misteriosa lo sollevava e si ritrovò sospeso in aria tra il disperato luccicante dibattersi di migliaia di acciughe, triglie e sardine in agonia.

E mentre l'acqua cominciava a sfuggirgli dalle branchie, e il respiro diveniva via via più affannoso, finalmente la vide da vicino e per intero, quella splendida polena decorata, superbo ornamento della prora di un'imbarcazione; vide quella coda stupenda, quelle pinne finemente cesellate che l'avevano fatto sognare; e perfino la sua parte umana gli sembrò bella e desiderabile in quel momento, poco prima che dal profondo del mare risalisse per sempre la tenebra perfetta degli abissi…

E fu così che ancora nei primi anni del novecento tra i vecchi pescatori di Noli si era soliti raccontare, ai ragazzotti nuovi del mestiere, di quel giovane pescespada che, dopo aver inseguito ostinatamente per ore ed ore una loro barca, senza spiegazione alcuna si lanciò a capofitto, a morire impigliato, tra le fitte maglie di una rete da pesca…

La spiegazione.

Adoro le donne che hanno un marito ed anche un amante…
ma sono gelose se solo un'amica ti saluta.

Adoro le donne che ti parlano dei loro amanti…
ma giudicano indelicato che tu glieli rammenti.

Adoro le donne che si mostrano caste…
ma non vorrebbero tu pensassi che lo sono veramente.

Adoro le donne che a letto san farti morire…
ma quando lo dicono arrossiscono un po'.

Adoro le donne che per farti sentire i brividi ti baciano la schiena…
per poi irrorartela d'acqua gelata.

Adoro le donne che "puoi fare quel che vuoi"…
ma ieri sera non le hai chiamate e quindi chissà con chi eri.

Adoro le donne che non ti chiedono niente…
però magari le potresti adorare un po' di più.

Adoro le donne che ti dicono che ci sarebbe una cosa…
che però non ti dicono , altrimenti t'incazzeresti.

Adoro le donne…
le adoro da impazzire…
con le loro inquietudini e contraddizioni…
però comincio a darmi una spiegazione
per tutti i gay che si vedono in giro.